Oggi anche la Pubblica Amministrazione è chiamata a far parte della transizione digitale, una sfida molto avvincente, in cui l’intelligenza artificiale può giocare un ruolo cruciale.
Il nocciolo della questione è che si tratta di una grande opportunità per migliorare i servizi pubblici digitali.
Già nel Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino, pubblicato dall’Agenzia per l’Italia Digitale (l’AgID) si poneva enfasi sulla necessità di individuare un ventaglio di azioni volte ad accompagnare la trasformazione del Paese verso l’adozione dell’Intelligenza Artificiale.
Intelligenza artificiale nella PA: i dati mostrano miglioramenti
L’Italia è il secondo paese europeo per numero di progetti nella PA che sfruttano l’intelligenza artificiale ed il primo per l’implementazione.
Il report dal titolo “Le opzioni tecnologiche per la digitalizzazione avanzata della Pubblica Amministrazione” evidenzia come fra il 2010 e il 2021 sono stati registrati nell’area Ue in totale 637 progetti legati all’Intelligenza Artificiale destinati alla Pubblica Amministrazione.
Di questi ben 63 sono italiani: il Bel Paese si piazza in cima alla classifica per quanto riguarda i progetti implementati che rappresentano circa il 10% del portafoglio europeo.
Molte soluzioni si pongono come obiettivo quello di migliorare la qualità dei servizi rivolti a cittadini e imprese, anche se sono altresì rilevanti la necessità di snellire processi amministrativi e aspetti burocratici e di simulare gli impatti di policy e normative.
A spiccare tra le Pubbliche Amministrazioni che utilizzano l’Intelligenza Artificiale è il caso dell’INPS che per primo ha introdotto gli algoritmi di machine learning nei propri processi operativi, iniziando ad effettuare analisi dati con Gpt fin dal 2021.
Intelligenza artificiale nella PA: quali progressi ci si attende
Ora il salto in avanti auspicabile si basa sostanzialmente su tre diversi benefici: la possibilità di analizzare grandi quantità di dati, creare applicazioni innovative in tempi celeri e ottimizzare i processi decisionali.
Anche il tema del design dei servizi pubblici digitali è centrale nell’ambiente della PA.
In particolare, con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, torna di attualità il tema di come integrare questa tecnologia nella fase di progettazione e ideazione dei servizi rispetto alla necessità di portare innovazione nella PA.
I servizi pubblici digitali sviluppati dovrebbero essere costruiti partendo dalle esigenze del cittadino/utente ed essere accessibili per tutti i soggetti interessati, indipendentemente dalle loro conoscenze tecnologiche o dalle loro condizioni socio-economiche.
Chatbot e assistenti virtuali possono alzare la qualità dei sistemi di assistenza ai cittadini che cercano informazioni sui servizi pubblici, rispondendo automaticamente alle domande più frequenti.
Più in dettaglio, l’Intelligenza Artificiale può portare migliorie nella redazione di atti amministrativi e semplificare la gestione documentale delle amministrazioni pubbliche, intervenendo anche nel rilevare eventuali errori, incongruenze o dati mancanti nei documenti ufficiali e suggerendo correzioni in tempo reale, riducendo tempi di attesa e oneri a carico dei cittadini e garantendo assistenza in diverse lingue.
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