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La Russia spegne Internet

mercoledì, 20 Febbraio 2019

Secondo il Parlamento russo è necessario scollegare la rete nazionale da quella globale a scopo cautelativo.

Infatti, dopo le vicende come il Russiagate o l’accusa di pirataggio informatico ai danni delle agenzie antidoping, sembra che la Russia sia nel mirino di possibili attacchi hacker.
Alla base del progetto vi è un’idea nata diversi anni fa, poi diventata disegno di legge presentato in Parlamento nel dicembre scorso.

L’obiettivo sarebbe la creazione di una rete nazionale autonoma.

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Un test è già previsto per i primi di aprile.

Il web russo si scollegherà dalla rete globale, riducendo il traffico delle telecomunicazioni al piano nazionale e controllando la circolazione di informazioni verso le reti estere.

Le autorità russe potranno infatti intervenire sui punti di connessione del paese e il resto della rete mondiale. Sarà un DNS appositamente progettato a discriminare i siti web stranieri da quelli nazionali.

I fornitori di servizi per il web, obbligati a garantire la gestione centralizzata del traffico quando si presenti una minaccia, chiedono allo Stato la copertura economica, per modificare le loro infrastrutture e installare nuovi server.
La spesa stimata è di circa 130 miliardi di rubli l’anno (quasi 2 miliardi di euro).

Tuttavia, la Duma ha chiesto agli operatori di telecomunicazioni di condurre esercitazioni entro aprile per determinare cosa realmente minaccia la rete.
In tal modo saranno valutate le eventuali modifiche da apportare al progetto e saranno definiti i costi necessari per la sua attuazione.

Se il disegno di legge fosse approvato, in caso di minacce alla sicurezza di Internet, il Servizio federale competente, sarebbe in grado di intervenire nella gestione della rete, ma anche di bloccare le risorse proibite in Russia.

Ma che ne pensano i russi?

Già in passato, quando le autorità russe si erano mosse con l’intento di chiudere Telegram, il malcontento generale era stato ben manifesto, con un esito opposto a quello voluto dal governo.

È stato meno fortunato Linkedin: sono circa 5 milioni, infatti, gli utenti russi registrati, su un totale di oltre 460 milioni in tutto il mondo, a cui è negato l’accesso alla piattaforma ormai da diversi anni.

Viene da chiedersi che cosa ne sarà di social network con un numero di utenti ben più elevato, come Facebook o Instagram.

Dichiarazioni, volte a negare l’intenzione del governo di applicare una qualsiasi forma di censura alla rete, arrivano dallo stesso Putin, che, in un’intervista con RT France, ha sostenuto l’importanza di non limitare la libertà di accesso a Internet:

“Se vogliamo attuare il principio del libero accesso all’informazione (…) ai cittadini dei nostri paesi, allora non dobbiamo chiudere alcunché con mezzi amministrativi né (…) attraverso strutture politiche.

Nel caso in cui non condividessimo qualcosa, dovremmo bensì far valere il nostro punto di vista, permettendo (…) agli utenti di Internet di capire da soli, di decidere da soli dove risiede la verità e dove la sua distorsione “.

(Vladimir Vladimirovič Putin in un’intervista rilasciata a RT France – Traduzione di Danilo Buffa)

Non resta che aspettare l’esito del test, che molti auspicano si riveli un buco nell’acqua, non senza, però, un inutile dispendio di ingenti risorse economiche.

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