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Per le professioni digitali rappresenta il futuro imminente.
Stiamo parlando del Web3, la terza incarnazione del World Wide Web che punta alla creazione di un network decentralizzato all’interno del quale gli utenti hanno la possibilità di scambiare informazioni e denaro senza la necessità di un intermediario, come ad esempio le società bancarie.
In parole povere, grazie al Web3 una grossa fetta di potere verrebbe sottratta ai colossi della Silicon Valley e si creerebbe un nuovo ecosistema economico fruttuoso per tutti. Anche se non è ancora il momento di trarre conclusioni, l’integrazione nel Web dell’economia basata su criptovalute non è più un’ipotesi remota.
Professioni digitali: la storia del web
Ancor prima di analizzare più nel dettaglio le caratteristiche del Web3, come insegna chi lavora nel settore delle professioni digitali, sembra opportuno fare un passo indietro per ripercorrere velocemente la storia del web.
Si definisce web 1.0, la prima fase dell’uso recente di internet, ossia l’affermarsi dei browser e delle attività commerciali su internet.
Il web 1.0 limita in maniera evidente la possibilità d’interazione tra l’azienda e i propri clienti poiché gli unici strumenti di contatto sono mailing, fax, telefono e pubblicità. Si determina così un flusso comunicativo di tipo unidirezionale che parte dall’alto verso il basso.
Al web 1.0 ha fatto seguito il web 2.0, caratterizzato dall’incremento dell’utilizzo dei social network e dalla nascita di una cultura partecipativa che ha reso ancor più necessaria la presenza di professioni digitali in ambito aziendale.
Più in dettaglio, il web 2.0 è costituito dall’insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello d’interazione tra il sito web e l’utente, in cui strumenti come social, blog, tag e podcast offrono la possibilità di approfondire il prezioso rapporto azienda-cliente.
Professioni digitali: caratteristiche del Web3
Cosa cambia oggi con il Web3? Quali sono i suoi principali obiettivi? L’idea è quella di decentralizzare nuovamente la Rete e creare un’economia digitale diffusa, basata non più sulla pubblicità o sugli abbonamenti, bensì sulla partecipazione.
Come affermano le professioni digitali, il Web3 prevede di trasformare la rete in un database sfruttando nel migliore dei modi le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. La terza incarnazione del World Wide Web determina la presenza del web semantico.
Ciò significa che saranno possibili ricerche molto più evolute delle attuali, basate sulla presenza di parole chiave e collegamenti ipertestuali all’interno del documento.
Tra le altre caratteristiche, il Web3 è un web potenziato, ossia capace di influenzare la realtà ed è un web che si nutre di spazi in 3D. Il meccanismo del Web3 prevede infine una fusione dei due poli (prima distinti) azienda-consumatore in un unico flusso di co-creazione continua.
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