La scarsa diffusione della fibra nel nostro paese e in particolare la FTTH (Fiber To The Home, tradotto: fibra fino a casa), potrebbe non essere soltanto colpa dell’inadeguatezza infrastrutturale del nostro paese, ma anche dallo scarso interessedegli italiani per l’upgrade.
I dati diffusi dall’ AGCOM rivelano che su circa 1 milione di indirizzi su cui è attivabile la “Fiber To The Home”, soltanto 434.120 sono effettivamente attive e di queste, circa 286 mila soltanto nella provincia di Milano.
Il problema comunque, potrebbe essere causato anche dall’errata comunicazione da parte degli operatori telefonici, che nella maggior parte dei casi sono visti con sospetto e diffidenza dagli utenti. C’è da considerare anche che del milione di indirizzi, non tuttisono realmente attivabili, in quanto nonostante siano stati posati i cavi, non sono stati ancora collegati alle centrali, e quindi resi realmente disponibili.
Il disinteresse da parte degli abbonati, può essere causato anche dalla mancata percezione dell’utilità di questa tecnologia; considerando l’utilizzo della rete da parte dell’utente medio, infatti, non sembrano emergere (ancora) particolari necessità.
L’utente medio, infatti, utilizza internet per fare ricerche, mantenersi in contatto con amici e parenti tramite i social, guardare video e ascoltare musica in streaming. Tutte attività che si possono svolgere anche con una buona linea adsl o con le attuali linee fibra (FTTC, Fiber to the cab).
Ovviamente una connessione a banda ultralarga con 1 Gigabyte in download e quasi 100 mega in upload, permette una navigazione più veloce e fluida e rende possibile anche la visione in streaming di contenuti in 4k, anche se per godere appieno di tale tecnologia, è necessario un monitor ultraHD e una piattaforma che abbia contenuti con questa risoluzione.
Le applicazioni della connessione ultra veloce, non si limitano all’intrattenimento video, ma permettono anche l’accesso e il caricamento istantaneo di file nel cloud, senza attendere tempi più o meno lunghi di download (o upload).
Rimanendo nell’ambito del cloud, anche i software potranno essere eseguiti su server remoti e utilizzati in locale attraverso il browser di navigazione. Questo accade già oggi con i Saas (Software as a service), ma si tratta di software che non richiedono il trasferimento istantaneo di grandi quantità di dati.
La diffusione di connessione ultra veloci, potrebbe far cambiare non soltanto il modo in cui interagiamo con i nostri dispositivi, ma anche le loro caratteristiche tecniche.
Grazie alla possibilità di eseguire applicazioni e software su macchine in remoto, si potranno avere dispositivi meno “energivori” e dal prezzo più contenuto.
Comprensibilmente, oggi riusciamo ad intravedere soltanto una minima parte delle possibili applicazioni di questa tecnologia, esattamente come in passato era inimmaginabile il cambiamento e le opportunità (anche economiche, leggi anche “Estonia, lo Stato nel futuro”) che il passaggio dalla 56kbps all’adsl avrebbe portato.