Blog

Ecommerce: l’impatto sul commercio

mercoledì, 18 Marzo 2020

Viviamo in un’epoca in cui il web sembra essere diventato una parte fondamentale in ogni ambito della vita. Anche sul mercato, negli anni, è riuscito a ritagliarsi il suo ruolo. Ecco allora l’arrivo degli ecommerce e il loro impatto nell’economia.
A che punto è l’Italia?
C’è davvero una guerra tra negozi fisici e negozi virtuali?
A queste e ad altre domande proviamo a rispondere in questo articolo.

Ecommerce: di cosa si tratta?

L’ecommerce ha cambiato radicalmente il mercato mondiale, così come le modalità di acquisto e di vendita.
Quando parliamo di ecommerce ci riferiamo al commercio elettronico.

Ma come funziona?

È come avere un negozio virtuale, con le stesse caratteristiche di un negozio fisico ma con vantaggi maggiori. Vediamone alcuni.

Innanzitutto l’assortimento. Per quanto un negozio fisico possa essere grande avrà sempre un limite di spazio. La merce, spesso, finisce perfino nei magazzini e il cliente deve aspettare per averla. Un ecommerce non ha di questi problemi. Non avendo alcun limite di spazio può ospitare non solo qualsiasi tipo di prodotto ma in grandi quantità, e la disponibilità è pressoché continua.

Non a caso vi è ormai l’abitudine degli utenti di pensare subito al mercato online quando hanno in mente di comprare qualcosa che non riescono a trovare nei negozi o quando sono alla ricerca di qualcosa di estremamente particolare.

In un ecommerce è possibile trovare anche merce fuori mercato, cioè che ormai non viene più venduta all’interno dei negozi. E ancora, la possibilità di avvicinare venditori e clienti di tutto il mondo. Infatti, tramite gli ecommerce, è possibile acquistare merce da tutto il mondo pur restando comodamente nella propria casa.

Con le distanze ormai ridotte al minimo, perfino gli acquisti compiuti oltreoceano possono arrivare in pochi giorni. Non ci sono giorni di chiusura, né orari in cui poter, o non, fare acquisti.

Gli ecommerce sono aperti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

Ecommerce: una minaccia per i negozi tradizionali?

Esistono fondamentalmente due tipi di venditori online: uno che può avere soltanto un negozio virtuale, e un altro che invece ha già uno o più negozi fisici e amplia la propria attività aggiungendo anche il commercio online.

In quest’ultimo caso è molto conveniente per l’imprenditore perché riuscirà a raggiungere un bacino di utenti che altrimenti non potrebbe mai toccare. Quindi le sue vendite si amplieranno oltre il contesto cittadino, regionale e nazionale.

I livelli di crescita del commercio online ad oggi sono altissimi.

Stando agli indicatori di ricerca, almeno metà delle famiglie italiane fa acquisti online e almeno un componente per ogni famiglia preferisce acquistare in rete. E le percentuali sono in continuo aumento.

Il commercio online rappresenta il mercato del futuro. Perché crea nuove modalità di lavoro, nuove figure, un alto tasso di competitività e un incremento di esportazione.

Proviamo anche a sfatare un mito: la minaccia degli ecommerce verso i piccoli commercianti.

Si sente dire spesso, infatti, che il commercio online ha creato un danno verso le attività fisiche e che, in un futuro non troppo lontano, andranno a sostituire totalmente le forme di vendita tradizionali.

Visione catastrofica che sembra quasi imporre una scelta: il commercio online o quello fisico. Quasi che l’uno possa escludere l’altro.

Proviamo invece a guardare da un’altra prospettiva, immaginando che ci sia spazio per tutti. Diverse forme di commercio che riescano a convivere senza problemi. Anche per poter lasciare agli acquirenti la libertà di scelta sul metodo di acquisto.

Dunque, invece di farsi la guerra, l’obiettivo dovrebbe essere quello di trovare il giusto modo di convivere e, perché no, aiutarsi a vicenda.

Ecommerce: i dati mondiali e italiani

Ad oggi sono tantissimi i settori di mercato che usufruiscono del commercio online: dall’abbigliamento alla cura della casa, dall’elettronica all’editoria, dal food&wine all’arredamento e ai servizi più disparati. E ancora, un settore in forte ascesa è quello del turismo che, forse, ad oggi si trova proprio al primo posto.

La rivoluzione del web non accenna ad arrestarsi.

Se, infatti, si pensa agli ultimi 20 anni è possibile rendersi conto di come il fenomeno è andato sempre in continua espansione. Questa è probabilmente l’unica rivoluzione con modalità perenne, nella quale di anno in anno ci sono novità e cambiamenti.

I tassi di aumento delle vendite online viaggiano a ritmi eccellenti. Guardiamo qualche dato: nel 2017 il sistema ecommerce ha fatturato ben 2.300 miliardi di dollari, il 25% in più rispetto al 2016. Per l’anno in corso sono previste cifre pari a 3.453, mentre per il 2021 si prevede oltre 4.870 miliardi.

L’Italia risulta essere indietro rispetto ad altri Paesi dell’Europa. Basta pensare che, secondi i calcoli dell’Ecommerce Europe (l’Associazione Europea per lo sviluppo del mercato online), l’ecommerce ha un peso sul Pil dei paesi pari all’8% nel Regno Unito, 6% in Cina, 3,9% in Francia e solo l’1,6% in Italia.

Come si può spiegare questo ritardo?

Stando a numerose ricerche, in Francia, ad esempio, il commercio online è più evoluto; in Germania sono leader nell’assortimento; in Inghilterra puntano al concetto di comodità; mentre in Italia ciò su cui si concentra l’attenzione è il prezzo. Quindi da noi vi è ancora la preferenza verso l’esperienza di acquisto fisica, che viene scardinata da quella online principalmente nell’ottica del risparmio (i prezzi dei negozi online sono quasi sempre molto più vantaggiosi).

Anche se, entro il 2021, le stime prevedono un avvicinamento anche del nostro Paese sul livello degli altri. Il problema principale che si riscontra in Italia è la mancanza di un ecosistema normativo dedicato proprio agli ecommerce.

Ecommerce: le sfide fondamentali

In Italia si contano 30.000 imprese di commercio elettronico a fronte delle 645 mila presenti in Europa. Le sfide da compiere in Italia, per facilitare questo settore, sono sicuramente molteplici. Tra le più importanti e fondamentali possiamo considerare:
• la necessità di agevolare la normativa;
• incrementare l’export;
• investire nelle nuove tecnologie;
• incoraggiare e accompagnare i cittadini nel mondo della tecnologia e del web.

Proprio su quest’ultimo punto va fatta un’osservazione. L’Italia, e specialmente le regioni del Mezzogiorno, risultano spesso indietro nell’approccio al web.

Tutto è propedeutico e collegato.

Una Nazione che incoraggia le nuove tecnologie e forma i propri cittadini potrà incrementare i propri numeri anche nel commercio online. Viceversa, se la gente continuerà a percepire come distanti le nuove tecnologie del web sarà difficile che il mondo dell’ecommerce riesca a decollare e a diventare al pari degli altri paesi europei.

Altro punto da attenzionare riguarda, come già detto, la normativa. Le aziende devono essere incoraggiate ad investire nel commercio online. Perché, ad oggi, quello che manca in Italia è principalmente l’offerta. Il sistema ecommerce non rappresenta un’opportunità soltanto per le PMI, ma anche per le grandi imprese che, in questo modo, possono espandere il loro commercio abbattendo i costi e i confini geografici di vendita.

Insomma, il futuro sembra essere tutto a portata del web!

Ecommerce: a chi affidarsi

Se state cercando degli esperti a cui potervi affidare per la realizzazione del vostro ecommerce, a Palermo c’è Sferica s.r.l. che potrà fare al caso vostro.

La nostra web agency, infatti, tra le proprie attività come ad esempio consulenza e assistenza di siti web e restyling, si occupa anche di progettazione e creazione di siti web ed e-commerce.

Non esitare a contattarci!

Leggi anche:

e-commerce
il-preventivo-per-le-commerce
quali-sono-gli-adempimenti-necessari-per-avviare-un-e-commerce
quanto-costa-aprire-un-e-commerce