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Che cos’è lo smart working? La soluzione!

mercoledì, 11 Marzo 2020

Tranquilli, questo non è l’ennesimo articolo sul Corona virus ma un suggerimento per le imprese e i liberi professionisti in questo periodo particolarmente difficile per i possessori di partita iva.

Il significato di smart working

Smart working significa gestire il lavoro in maniera intelligente. L’obiettivo è quello di ritrovare il benessere e aumentare la produttività. Infatti, ansia e panico non aiutano per niente anzi, al contrario, comportano un circolo vizioso che porta alla diminuzione della concentrazione e della calma mentale necessaria per poter lavorare al meglio.

Qual è il primo passo?

Indire una riunione con tutto il proprio staff (rispettando le distanze di sicurezza) che servirà a fissare gli obiettivi di breve e lungo termine. I primi, soprattutto, fondamentali per poter partire in maniera corretta.

Importante programmare anche una scala delle priorità: quali sono i lavori lasciati in sospeso da ultimare? Dategli precedenza.

E ancora, quali sono i nuovi lavori imminenti?

Insomma, stilate insieme priorità e fissatevi degli obiettivi da portare a termine.

Le date sono essenziali, non per avere ansia ma per avere a portata di mano tempi da rispettare e che vi restino impressi man mano per arrivare alle mete che vi siete fissati.

Smart working: le novità sul lavoro

Lo smart working non è soltanto una pratica consigliata da esperti, ma è riconosciuta anche dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Definito letteralmente come “lavoro agile” è una modalità di lavoro libera da vincoli orari e spaziali, stilata in accordo tra datore e dipendente, organizzata per fasi, cicli e obiettivi.

La definizione di smart working è contenuta nella legge 81/2017 e si basa sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo e, spesso, sull’uso di strumentazioni che permettano il lavoro da remoto (ad esempio: pc, tablet, smartphone).

A questi ultimi lavoratori viene garantita parità di trattamento come tutti gli altri, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista normativo.

A partire dal 15 novembre 2017 le aziende possono sottoscrivere un accordo di lavoro smart working e inviarlo tramite la piattaforma specifica messa a disposizione sul portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Nato come fenomeno e metodologia, viene quindi oggi riconosciuto anche dal sistema normativo.

Smart working: i dati

In Italia se ne sente parlare sempre di più. Secondi i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, l’attenzione verso modalità di lavoro smart sta crescendo.

Il 58% delle aziende medio grandi ha introdotto iniziative per il passaggio e l’incremento al lavoro smart. La stessa cosa sta accadendo nella Pubblica Amministrazione: più di 4mila dipendenti pubblici operano in remoto (800 in più in un anno) e l’8% delle pubbliche amministrazioni ha progetti di lavoro smart contro il 5% del 2017.

Smart working: i benefici

Potremmo definire lo smart working come una nuova vera e propria filosofia di lavoro. Punta a dare ai lavoratori flessibilità e autonomia nella scelta di spazi, orari e strumenti. È anche un modo per responsabilizzare di più i lavoratori a fronte dei propri risultati.

Lo smart working non è però soltanto una nuova iniziativa di lavoro aziendale: è un percorso di cambiamento culturale che richiede spirito di adattamento e sfida verso nuovi orizzonti.

Bisogna agire step per step, in sinergia tra datore e dipendente.

È anche un passo che presuppone un certo grado di fiducia: il datore deve infatti abbandonare parte del suo metodo di controllo verso i propri dipendenti. Dovrà fidarsi del proprio dipendente che, in autonomia, dovrà riuscire a portare a termini gli obiettivi fissati in accordo tra entrambi, pur non essendo fisicamente presente in ufficio e pur non avendo schermi rigidi prestabiliti circa orari e mansioni da svolgere.

È un metodo di lavoro che punta ad una maggiore qualità della vita e della produttività individuale, in una leale collaborazione tra le parti in gioco.

In questo processo le tecnologie hanno un ruolo fondamentale. Infatti, bisognare essere in grado di restare in contatto, connettersi e disporre degli strumenti migliori pur essendo distanti dalla sede fisica principale dell’azienda di riferimento. Non significa lavorare da soli solo perché non si è fisicamente presenti, significa avere una nuova concezione di ufficio che potremmo definire “ufficio aperto”.

Gli spazi aziendali, i confini, i principi e le regole sono sempre presenti anche se non più fisicamente visibili.
Se vi state chiedendo se lo smart working conviene alle imprese la risposta è sì. Può esserci un incremento della produttività del 15% per lavoratore. Ma i benefici non sono soltanto aziendali bensì anche in termini generali: minore mobilità verso e da l’ufficio comporta minore inquinamento.

In Italia oggi sono presenti circa 480mila smart workers, con un aumento del 20% rispetto al 2017 e con una percentuale del 12,6% sul totale degli occupati.

Smart working: la scelta di Sferica

Data l’attuale situazione di allerta sociale rispetto al virus Covid-19 (Coronavirus), a scopo preventivo e nel rispetto del dovere civico di contenere la diffusione, Sferica ha deciso di adottare il sistema di Smartworking e quindi di svolgere le attività lavorative da remoto.
Pertanto, la sede di via Pietro D’Asaro, 13 resterà chiusa finché sarà opportuno.

Eventuali appuntamenti o richieste di informazioni potranno realizzarsi tramite videocall (dove possibile), per telefono o email.
Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

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