In termini di digitalizzazione imprese, economia e società, l’Italia si conferma tra i fanalini di coda dell’Europa.
Secondo l’indice DESI 2020, reso dalla Commissione Europea, il Paese è al 25esimo posto in Europa collocandosi, in una posizione migliore solo di Romania, Grecia e Bulgaria.
Ai fini dell’elaborazione della classifica annuale, sono state fissate delle macro-aree con l’obiettivo di monitorare gli avanzamenti degli Stati membri:
connettività a banda larga, digitalizzazione imprese e servizi pubblici digitali.
In tutti questi settori, il Bel Paese si trova indietro rispetto ad altri Stati UE.

Digitalizzazione imprese e società: cos’è il DESI?
Il DESI (Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società), è reso noto ogni anno dalla Commissione Europea per monitorare la performance digitale e misurare i progressi in termini di competitività digitale.
È composto da 37 indicatori, raggruppati in 5 categorie:
- connettività,
- capitale umano,
- uso dei servizi Internet,
- integrazione delle tecnologie,
- servizi pubblici digitali.
Chiaramente, i dati inclusi nel report 2020 si riferiscono al 2019 e, pertanto, viene valutato lo stato della digitalizzazione imprese, economia e società degli stati membri prima della pandemia.
Vediamo, più nel dettaglio, la situazione in Italia.

Digitalizzazione imprese e società: l’Italia sempre più indietro
In termini di digitalizzazione imprese, economia e società, l’Italia è scesa al 25esimo posto su 28, perdendo due posizioni in classifica rispetto allo scorso anno.
Sul podio Finlandia e Svezia e Danimarca.
Rispetto alla media dei Paesi Ue di 52,6 punti, il nostro Paese si è posizionato ben al di sotto della media con un punteggio di 43,6.
Ciononostante, la Commissione ha posto enfasi sul fatto che, sul piano politico, nel 2019 è cresciuta l’attenzione verso il potenziamento della digitalizzazione imprese, economia e società italiane.
Basti pensare a nuove iniziative come l’istituzione del Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, con funzioni di coordinamento.
Nel dicembre 2019, lo stesso Ministero ha presentato la “Strategia Italia 2025”, un piano quinquennale che pone la digitalizzazione e l’innovazione al centro di “un processo di trasformazione strutturale e radicale del Paese.

Digitalizzazione imprese e società: quanto siamo competenti?
In generale, l’aspetto maggiormente negativo della digitalizzazione imprese, economia e società riguarda il capitale umano:
rispetto alla media, l’Italia registra livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi, tanto da essere fanalino di coda.
Più nel dettaglio, solamente il 42% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base (58% in Europa) e solo il 22% dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (33% in Europa).
Al di sotto della media europea, è anche la percentuale di specialisti e laureati nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) che rappresenta solo il 2,8% dell’occupazione totale.
Invece le imprese, soprattutto quelle di grandi dimensioni, sono più digitalizzate:
- il 38,5% fa già affidamento su servizi Cloud,
- il 32,7 % ha riferito di utilizzare l’analisi dei Big Data.
Al contrario, la stragrande maggioranza delle PMI ancora non si avvale di tali tecnologie digitali:
- solo il 17% utilizza servizi Cloud
- solo il 12% l’analisi dei Big Data.
Per quanto riguarda il commercio elettronico, solo il 17,5 % delle PMI ha venduto prodotti o servizi online nel 2019, con un leggerissimo aumento (di 1,4 punti percentuali) rispetto al 2016.
Nel 2019, invece, il 39% delle imprese di grandi dimensioni si è avvalso delle vendite online.