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Sostenibilità e digitalizzazione

giovedì, 18 Luglio 2019

La parola sostenibilità è entrata nel lessico quotidiano. Comunità scientifiche, mezzi di informazione e istituzioni: tutti ne parlano. E tra i numerosi ambiti entro cui collocarla, ecco quello della digitalizzazione.

Che rapporto c’è tra le due?

Quanto può essere positivo l’impatto, per i cittadini, dato dal processo di digitalizzazione nell’ambito di uno stile di vita sostenibile?

A queste e ad altre domande proviamo a rispondere in questo articolo.

Sostenibilità e digitalizzazione: un rapporto fondamentale

Il concetto della sostenibilità, al giorno d’oggi, si sente dire sempre più spesso. Sostenibilità, intesa come rispetto e cura dell’ambiente e, in fin dei conti, di noi stessi.

Tanti, se non tutti, sono i settori in cui la sostenibilità può essere applicata. Tra questi vi è anche la digitalizzazione. Sì, avete capito bene. La sostenibilità in ambiti moderni come innovazione, tecnologia e, appunto, digitalizzazione è un concetto fondamentale.

Ma come fare per intraprendere la strada della digitalizzazione?

Molteplici sono gli aspetti da attenzionare. Innanzitutto, cos’è la digitalizzazione?

Cosa si intende con questo termine? Digitalizzare significa convertire un’informazione analogica in formato binario, e trasferirla successivamente su un supporto digitale.

La conversione ha come scopo quello di rendere copia, trasferimento e conservazione dell’informazione in questione, un’operazione senza costi e semplice da effettuare. Soprattutto l’assenza di costi è la caratteristica fondamentale della digitalizzazione. Non vi sono più costi derivati da tutto ciò che è materiale per l’informazione. Ad esempio, spese relative alla conservazione, al trasferimento, così come i supporti (ad esempio la carta) che provocano un dannoso impatto ambientale.

Sostenibilità e digitalizzazione: quali benefici

Adesso è più semplice comprendere il legame tra digitalizzazione e sostenibilità. La digitalizzazione, in un momento storico come quello che stiamo vivendo, diventa fondamentale poiché limita fortemente i danni ambientali a favore di uno sviluppo e di un metodo di lavoro sostenibile, dalle grandi potenzialità.

La digitalizzazione consente alle aziende, anche ad enormi distanze, di poter collaborare e cooperare tra loro, in uno scambio di informazioni ad impatto ambientale zero (oltre che in termini di risparmio economico).

E ancora, il passaggio alla digitalizzazione ha permesso la creazione di enormi archivi, o meglio database, con informazioni catalogate che permettono a professionisti e cittadini di poter effettuare ricerche ed analisi.

La digitalizzazione favorisce sicuramente l’accesso all’informazione, diminuendo di conseguenza la disparità informativa del cittadino. Chiunque può avere accesso oggi all’informazione, essere un cittadino informato e attivo. Aziende ed istituzioni pubbliche sono alla base di questo incremento del processo informativo, grazie all’enorme quantità di dati che possono rendere fruibili.

Importante, a tal proposito, è la “Carta del collegamento digitale”, un documento promosso dalla Germania, firmato da molteplici aziende e istituzioni tedesche. La Carta ha 10 principi base:

1. localizzazione;
2. prosperità;
3. dialogo;
4. responsabilità;
5. dati;
6. partecipazione;
7. interoperabilità;
8. condizioni – contesto;
9. competenze;
10. libertà.

Quindi, come possiamo vedere, sono tutti principi indirizzati al dialogo in ogni livello della società, al benessere dei cittadini, alla libertà di ognuno, all’essere cittadini attivi e responsabili, alla partecipazione.

Sostenibilità e digitalizzazione: obiettivi per il futuro

La digitalizzazione ha trasformato, e continua a farlo, i modelli di lavoro aziendali e, di conseguenza, tutti i processi economico-sociali di una società.

Essa apporta numerosi vantaggi per un modello di sviluppo economico sostenibile. Nuovi posti di lavoro, nuove forme di guadagno, maggiore trasparenza nella raccolta dei dati e nella consultazione degli stessi, nuove figure nel mercato del lavoro, processi semplici e ad impatto minimo sull’ambiente.

Cosa dicono i dati europei sulla digital transformation?

  • L’Italia è 25sima nella classifica europea, dei 28 paesi membri, nell’ambito della digitalizzazione;
  • in Italia il contributo che la materia digitale apporta al Pil è del 4%;
  • 10,4 milioni di persone saranno impiegate nell’economia dei dati in Europa entro il 2020;
  • il 35% degli occupati in Europa ha insufficienti competenze digitali di base;
  • vi è stato un incremento del 570% dell’utilizzo di Internet in Europa dal 2000 al 2018.


Il 2030 Climate and Energy Framework dell’Unione Europea, e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, puntano alla diffusione della banda larga e alla diffusione delle reti intelligenti a livello globale. Il tutto collegato ad un impiego sostenibile dell’energia, come previsto dalla Roadmap to a Resource Efficient Europe, che punta alla smart grid. All’interno del piano europeo sono stati posti numerosi obiettivi e fondi destinati alla ricerca e allo sviluppo in ambito di digitalizzazione e sostenibilità.

La rivoluzione digitale può essere considerata un punto fondamentale dello sviluppo sostenibile.

Quali sono le sfide fondamentali che gli Stati devono compiere per conciliare il tema dell’innovazione tecnologica e quello della sostenibilità?

  • Smart cities. La gestione intelligente delle città attraverso processi poco inquinanti, con un minore ma più efficiente consumo di risorse. Attraverso le smart cities si avrebbero: sistema di trasporti efficiente, acqua e fognature sicure, connessione tramite banda larga, raccolta e smaltimento sostenibile dei rifiuti, rete di elettricità a basso costo ed efficiente, alta qualità di sanità, istruzione e servizi pubblici;
  • attuazione della rivoluzione digitale. Ovvero avere un modello di governance che sappia gestire il cambiamento in modo efficiente ed equilibrato. Infatti, come tutte le cose, anche le innovazioni tecnologiche, se non usate nel rispetto e nel giusto modo, rischiano di non rappresentare più un’occasione a favore della sostenibilità bensì contro di essa;
  • cibo, biosfera ed acqua. Ovvero rispondere ai bisogni della popolazione senza danneggiare l’ambiente;
  • miglioramento della salute, dell’educazione e delle condizioni di vita dei cittadini;
  • decarbonizzazione e incremento di energia rinnovabile e pulita;
  • modelli responsabili in ambito dei trasporti, dell’edilizia e del settore agro-alimentare.

Bisogna agire al livello nazionale tanto quanto al livello europeo e globale. Per questo, oltre il già citato 2030, è stata fissata un’altra data entro cui portare a termine diversi obiettivi: il 2050.

Gli obiettivi sono fissati nel Rapporto “Transformations to Achieve the Sustainable Development Goals”, presentato durante l’iniziativa “The world 2050”, in occasione dell’High level political forum delle Nazioni Unite.

Sostenibilità e digitalizzazione: il cambiamento parte da noi

Quando si parla di stile di vita sostenibile vi è la credenza che sia qualcosa lontano da noi, qualcosa che non ci riguarda, qualcosa che tocca fare sempre agli altri. Qualcosa che riguarda esclusivamente il pianeta. In realtà nulla di tutto ciò corrisponde esattamente al vero. Salvaguardare il pianeta significa salvaguardare noi stessi, perché siamo noi che lo abitiamo, e sempre noi a dover pretendere di vivere in un ambiente quanto più sano e pulito possibile!

Delegare agli altri, pensare che nulla ci riguardi, è ciò che ci ha portati fino ad oggi, dove l’ambiente e la natura ci stanno chiedendo un aiuto, con un grido disperato. Iniziamo da noi stessi, dalle piccole cose e dalle piccole abitudini. L’ambiente, in fondo, siamo noi.

Sostenibilità e digitalizzazione: a chi affidarsi

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